E così accade che mi chiami un amico, che lavora in una banca di prossimità,…

Bene, ma non benissimo. Però…
L’ultima tempesta perfetta che io ricordi, con gli Stati Uniti al centro del terremoto finanziario, fu quella provocata da Nixon quando circa 55 anni fa dichiarò l’incontrovertibilità del dollaro in oro. Ma Nixon non aveva ambizioni del tipo MAGA e dopo un po’ di fatti incresciosi, Watergate incluso, se ne andò, non rimpianto particolarmente da nessuno, né in patria né fuori.
Mi sorride il cuore pensare che gli americani per primi, in 50 stati su 50, abbiano manifestato contro i dazi imposti dalla nuova amministrazione: vuol dire che non tutti oltre Oceano si sono bevuti il cervello. Se poi fosse vero che un po’ di senatori repubblicani non vorrebbero seguire la disciplina di partito, sarebbe ancora più divertente.
Probabilmente l’obiettivo tanto perseguito da Trump e da quelli come lui, la distruzione della globalizzazione mondiale così come la abbiamo conosciuta negli ultimi anni, sarà già in macerie, se non comincia già a scricchiolare, nel breve volgere di poco; globalizzazione che evolve il capitalismo da una scala nazionale ad una internazionale, con i capitali, sui quali si fatica a mettere dazi, liberi di fare scorribande in giro per il globo.
Ma il resto? Certo, abbiamo Orban che non perde occasione per dimostrare di essere un sincero ammiratore di Putin e Giorgia Meloni che fa altrettanto con The Donald. Gli americani ricominceranno a mangiare schifezze e questo è un problema per la loro salute, ma soprattutto l’inflazione crescerà negli USA come in parte anche altrove.
In Europa e in Italia più che in altri Paesi siamo stati sempre bravi ad arrangiarci e già lo stiamo facendo: nuove tecnologie, brevetti, invenzioni, vengono fuori in continuazione dal Vecchio Continente e dal Bel Paese. Leggere i giornali in questi giorni significa capire che gli imprenditori italiani dopo essersi lamentati un po’ si sono rimboccati le maniche e hanno deciso di combattere. Magari non come Illy e come Brunello Cucinelli che, a mio parere sbagliando, andranno a produrre là, con quali esiti non è dato di sapere. Ma il San Daniele o il prosciutto di Parma o li fai qua o li fai qua, non nell’Oregon: e attendiamo di sapere che farà Miuccia Prada con le sue borse fabbricate in Vietnam mentre il sig.Elkann si è già genuflesso.
Sarà, se lo vogliamo, l’ennesima occasione per dimostrare quanto di buono sanno fare gli imprenditori italiani: spero che le banche italiane li sostengano in questa battaglia che diventa una battaglia per sopravvivere sì, ma anche per essere migliori.
Lollobrigida se ci sei, batti un colpo.