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…and the winner is….

Unicredit vince il premio di “Banca dell’anno” 2023 e naturalmente ogni merito, giustamente, viene dato ad Andrea Orcel, attuale CEO dell’Istituto, che ha portato a compimento l’opera di chi lo ha preceduto, l’ambizioso Jean Pierre Mustier, che aveva ripulito la banca di ogni orpello (leggi: controllate, ma anche personale, sedi, etc…) per poter convolare a giuste (?) nozze con una grande banca europea. Idea ben presto rottamata con la sua sostituzione. Ma naturalmente le cose non nascono dal nulla e affondano le loro radici nel passato, nel lavoro di quell’Alessandro Profumo che fece diventare Unicredit quello che è ora (per qualche tempo anche la più grande banca italiana) tra l’altro assorbendo Rolo Banca nel 2002. Una Rolo Banca alleggerita, in maniera assai garibaldina, da un manager perlopiù dimenticato (probabilmente a ragione), Cesare Farsetti, uomo di multiforme ingegno, e dalle idee molto chiare.

Il suo rapporto con San Marino è di vecchia data, da quando nella sua veste di Direttore Generale del Credito Romagnolo prima e di Rolo Banca poi, seguiva l’istituto del quale il suo gruppo deteneva l’intero pacchetto azionario. Oggi, a distanza di quasi 25 anni, Cesare Farsetti torna sul Titano per assumere l’incarico di Consigliere di Amministrazione della stessa banca, che nel frattempo ha registrato cambiamenti nel suo assetto proprietario. “Ho avuto fiducia allora in questo istituto e nel suo management – ha dichiarato – fiducia che oggi confermo con convinzione”. Laurea in Scienze Economiche e Bancarie all’Università di Siena, nel 1958, Cesare Farsetti inizia subito la sua carriera nel mondo bancario e finanziario, dapprima al Credito Italiano, poi alla Cassa di Risparmio di Carpi, nella veste di direttore generale. Incarico che ricoprirà anche alla Cassa di Risparmio di Modena e poi al vertice di Carimonte, del Credito Romagnolo e di Rolo Banca. Già membro del CdA di Unicredit Leasing, è considerato il più quotato manager emiliano. Profondo conoscitore del sistema economico, ha accettato con entusiasmo il nuovo incarico in Repubblica.

Così il 24 febbraio 2016 (ere geologiche fa…) veniva descritto l’ingresso in Banca Agricola Commerciale di Cesare Farsetti, da San Marino Radio TV, di seguito il link alla notizia ormai assai datata https://www.sanmarinortv.sm/news/economia-c5/bac-cesare-farsetti-nuovo-membro-cda-repubblica-ha-grandi-potenzialita-a26277.

Eppure.

Eppure Farsetti, “il più quotato manager emiliano”, è da ricordare anche per essere stato un precursore, con molti anni di anticipo, di molti degli attuali manager bancari, portando a termine la “pulizia” dei costi del personale (non è difficile immaginare come…), ovvero il più pesante di tutti i costi operativi. Ci sarebbero molte altre cose da raccontare ma questo è ciò che rimane agli annali: qualcuno fa il lavoro “sporco”, qualcun altro ne gode vantaggi e onori. La storia, che non si può riassumere in una newsletter, mostra che le vicende che stiamo vivendo in scala molto più ampia attualmente, erano già una prassi 25 anni fa. E se non si può incolpare un manager di avere fatto bene il suo lavoro (di tagliatore di teste, ma è pur sempre un lavoro anche questo) una domanda la si potrebbe porre -forse la BCE o EBA lo faranno- ai manager di oggi, a Unicredit ma non solo: voi che chiedete (?) alle imprese quale modello di business adottano, siete sicuri di conoscere il vostro? O, meglio ancora, ne avete uno? E se sì qual è? E il primo che risponde “creare valore per l’azionista” licenziando bisogna metterlo dietro la lavagna.

Nei giorni in cui si firma il nuovo contratto di lavoro dei bancari, nel quale si pone l’accento su una minore pressione commerciale, a noi boomer viene in mente una vecchia canzone, così, solo per riflettere. Questa.

Buon lavoro a tutti.