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Intelligenza artificiale e gestione delle imprese (e delle banche): dove stiamo andando

La concentrazione delle banche in Italia si riferisce alla tendenza delle grandi banche a dominare il settore bancario nel paese. Negli ultimi decenni, l’Italia ha assistito a una serie di fusioni e acquisizioni bancarie, che hanno portato a una maggiore concentrazione del potere nelle mani di alcune istituzioni finanziarie. Questo fenomeno di concentrazione ha diverse implicazioni sia positive che negative. Da un lato, le banche più grandi possono beneficiare di economie di scala, offrendo servizi più efficienti e competitivi. Possono sfruttare meglio le risorse disponibili per investire in tecnologie avanzate, fornire servizi innovativi e resistere alle sfide del settore finanziario globale. D’altra parte, la concentrazione bancaria può anche portare a un dominio del mercato da parte di poche grandi istituzioni finanziarie. Ciò potrebbe limitare la concorrenza, ridurre le opzioni per i consumatori e influire negativamente sulla trasparenza e l’accesso ai servizi finanziari. Inoltre, potrebbe aumentare il rischio sistemico, poiché il fallimento di una grande banca potrebbe avere gravi ripercussioni sull’economia nel suo complesso. Al fine di affrontare le preoccupazioni legate alla concentrazione bancaria, le autorità di regolamentazione finanziaria vigilano sul settore per garantire la competitività e la stabilità. Vengono messe in atto regole e normative per garantire un ambiente bancario sano e garantire che le banche adottino adeguate misure di gestione del rischio. In sintesi, la concentrazione delle banche in Italia è un fenomeno che ha effetti sia positivi che negativi sull’economia e sui consumatori. È importante monitorare attentamente il settore bancario e adottare misure appropriate per equilibrare i benefici della concentrazione con la necessità di salvaguardare la concorrenza e la stabilità finanziaria.”

È virgolettato perché non è mio, lo ha scritto CHAT-Gpt quando gli ho chiesto (le ho chiesto? è un lui o una lei? è fluido? o devo usare gli *?) di parlarmi del tema della concentrazione bancaria. Un po’ di banalità concentrate, giuste, ma niente che non si sapesse già; diciamo che è come se avesse messo in ordine dei concetti che più o meno, come addetti ai lavori, conosciamo tutti. Perché mi sia venuta in testa questa idea balzana in queste giornate tra la fine delle ferie e l’inizio del lavoro -quando scopri che potevi allungare le ferie un altro po’ e non sarebbe successo nulla- non lo so. Forse perché non ha fatto neanche un accenno alle piccole banche; ma so che ho provato, spinto dalla mezz’ora e più di attesa a uno sportello bancario di una banca locale, ovviamente appartenente a uno dei due grandi gruppi, Iccrea o CCB, fate voi. Filiale di Sede, tre persone, direttore compreso, uno alla cassa a fare tutto, un’altra al telefono. Potevo farlo a distanza? No, ci voleva la mia firma live, e mentre stavo lì ad annoiarmi, gli “effetti positivi sui consumatori” di cui parla CHAT-Gpt non li ho visti. Due giorni dopo mi capita di parlare di composizione negoziata della crisi d’impresa e chiedo a una grande professionista del credito come si comporta la sua banca, facente parte di uno dei due gruppi di cui sopra quando deve mandare qualcuno che partecipi in maniera attiva e preparata alle riunioni che si susseguono dopo l’ammissione alla procedura negoziata. Risposta: mandiamo un avvocato. Mi sono solo fatto la domanda retorica su quanto capisca un avvocato di business plan e di proiezioni economico-finanziarie che indichino la via di un possibile risanamento dell’impresa, ma la domanda mi è rimasta sulla punta della lingua. Ho rivisto un film di circa 35 anni fa, in una banca siciliana; ragionando di credito, di indici e di flussi, un partecipante, un po’ annoiato, mi chiede: ma di garanzie, professore, quando parliamo?

Buon rientro a tutti, alla prossima.

 

 P.S.: stiamo parlando di banche, ma se fossi un imprenditore qualche domandina comincerei a farmela.