E così accade che mi chiami un amico, che lavora in una banca di prossimità,…
Nuovi investimenti e sagre di paese.
Mario Draghi, parlando all’Ecofin.
“Si sono verificati molti cambiamenti profondi negli ultimi anni (…) Questi cambiamenti hanno una varietà di conseguenze, una delle quali è chiara: dovremo investire un enorme ammontare di risorse in un tempo relativamente breve, in Europa”, ha spiegato l’ex banchiere centrale. “La discussione di oggi serve a sapere che cosa pensano i ministri delle Finanze e come si stanno preparando a finanziare queste necessità di investimento. Non penso solo a risorse pubbliche, ma anche ai risparmi privati”.
Nel frattempo, il Governatore del Mondo (secondo la ben nota definizione di Giuseppe Cruciani), alias De Luca, Governatore per ora della sola Campania, litiga con la Presidente del Consiglio sui denari erogati per feste di paese, specialità regionali e quanto altro.
Ora, è nota la simpatia di chi scrive questa newsletter per Mario Draghi, ma non al punto di ergersi a interprete ed esegeta; credo tuttavia, che “in un tempo relativamente breve” significhi, nel linguaggio dell’ex-presidente della BCE, subito. Se pensate a quanto si sia effettivamente speso sinora dei denari ottenuti tramite il PNRR (di cui Giorgia Meloni fatica ad attribuire la paternità) forse qualche dubbio sulla nostra capacità di mettere a terra i progetti potrebbe pure venirci, a parte, forse, lo stretto di Messina (il Ministro dei lavori pubblici è pur sempre un ministro dell’Interno mancato, il Ponte verrà su, manganellate o no). Ma è sulla mobilitazione dei capitali privati che penso Mario Draghi abbia gettato il cuore oltre l’ostacolo, con l’ottimismo della volontà. I capitali privati in questo momento sono impegnati a scegliere quale sia il BTP più sexy ed appetibile per costruire piani di risparmio che, almeno in Italia, vedono l’individuo sempre dedito, congiuntamente o disgiuntamente, al mattone o, appunto, al Titolo di Stato. Le statistiche della crescita ventennale dei depositi bancari sono impietose, se raffrontate a quelle relative alla crescita degli impieghi: questi ultimi sono stati doppiati dai primi, impietose Red Bull di fronte a qualunque altro avversario in un qualunque circuito della F1. I capitali pubblici sono impegnati da un lungo ciclo elettorale e non vi è che l’Europa che possa costringere il nostro -e altri Paesi- a governare con un’ottica di medio termine e non guardando al tornaconto immediato delle urne. Mario al posto di Ursula sarebbe certamente il massimo, ma la strada è ancora lunga. E le banche? Già, le banche: a quanto afferma il Sole24Ore on line, non hanno ancora capito che l’epoca dei tassi zero sui depositi è finita (“e ora basta, non stare più qui”…).
Questioni culturali, questioni di strategia, questioni di visione assai corta: questioni di caciocavallo.