E così accade che mi chiami un amico, che lavora in una banca di prossimità,…
Perché non si può ignorare la guerra quando si valuta il merito di credito?
Giovedì mattina, subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina a causa dell’invasione Russa, pensavo che poi alla fine, in Occidente, tutto sarebbe stato come al solito. Business as usual, come si vede nelle scritte di certi negozi o esercizi commerciali in Inghilterra o negli Stati Uniti.
Poi, man mano che avanzava la giornata, riflettevo sul fatto che questa volta, per mille ragioni che non sto a elencare, non si potesse in realtà più scrivere business as usual, perché questa guerra, voluta solo da Putin e subita in buon ordine dall’Occidente, colpisce ora i settori strategici dell’energia, ponendo una questione che forse si risolverà, alla faccia di Greta Thurnberg, verosimilmente con maggiori trivellazioni, TAP, estrazioni in Adriatico, cambio di fornitori…ma nel frattempo è chiaro che anche questa vicenda, così come la pandemia, accelera tutti i processi di ristrutturazione e riconversione e porta tutti quanti a pensare, in prospettiva, a mutamenti nei modelli di business, nei processi produttivi e forse anche negli stessi prodotti.
Ma, soprattutto, credo che la situazione per come si è venuta a creare, anche tenendo conto dell’inflazione media che si registra attualmente negli USA, nel Regno Unito e non solo, certamente superiore a quella target a suo tempo fissata nella mission della BCE, conduca inevitabilmente a un rialzo dei tassi di interesse.
Temo in altre parole che, nonostante i buoni propositi di Cristine Lagarde e la necessità di non strozzare nella culla la ripresa europea (e italiana) così ben avviate nel corso del 2021, i tassi di interesse dovranno crescere.
Difficile non pensare, in tal caso, a tutte quelle PMI e non solo, la cui “leggerezza” del ROS (o, in altre parole, dell’Ebit sul fatturato) ha finora consentito, con tassi bassi e relativa curva piatta da venti anni, di rispettare la regola dell’ICR che dice che l’Ebit dovrebbe essere sempre pari almeno al doppio degli interessi passivi.
E dopo? Con margini lordi in diminuzione per l’aumento dei costi primari e dei costi intermedi, che ne sarà dell’equilibrio economico delle imprese, di quelle tante imprese che hanno tenuto unicamente perché, a fronte di un debito così elevato, potevano permettersi perlomeno quel livello dei tassi?
È una domanda che devono farsi le imprese, ma è anche una domanda che, nella prospettiva forward looking, devono farsi anche le banche, provando, come indica la lettera degli Orientamenti EBA, a “stressare” le proiezioni economiche, finanziarie e patrimoniali.
Keep calm, per carità: but be careful too.