E così accade che mi chiami un amico, che lavora in una banca di prossimità,…
Te lo avevo detto.
Ai lettori più attenti (e più social) di questa newsletter sarà capitato di imbattersi in tambureggianti annunci e inserzioni pubblicitarie che invitano ad iscriversi a gruppi whatsapp all’interno dei quali saranno indicati titoli azionari di sicuro interesse, che cresceranno e nel giro di qualche mese renderanno ricchi gli acquirenti con mirabolanti percentuali in doppia cifra.
L’iscrizione è gratuita e per partecipare a questi gruppi di discussione non sono richieste, almeno all’apparenza, quote o coupons. L’inizio è sempre lo stesso: 6 mesi fa vi avevamo detto di comprare il titolo XYZ, ora quel titolo ha fatto +millanta%.
Fantastilioni per tutti.
Non riesco a non domandarmi, pur in tempi di un’accresciuta educazione finanziaria e di un fervore, non solo istituzionale, ma anche accademico, verso questi temi, non riesco -dicevo- a non chiedermi perché?
Perché qualcuno che sa come fare a guadagnare in Borsa -ed ha un sistema infallibile e sicuro per far soldi- non lo adopera per sé, per tentare la scalata alle classifiche di Forbes o, più modestamente, di Milano Finanza? Perché lo vuole condividere?
Sono tutti così generosi da pagarsi annunci sui social per vendere gratuitamente il loro sapere. Perché?
A tacere di coloro che, in tempi relativamente recenti, venivano presentati come campioni del mondo del trading on line e, al contempo docenti, di corsi a pagamento, nel corso dei quali si sarebbe appreso come diventare a propria volta campioni del mondo.
Per inguaribile voyeurismo accademico sono andato a sbirciare, in incognito, in uno di questi gruppi, soffermandomi sul programma delle lezioni (o delle discussioni in chat) e mi sono stupito che nel programma fosse compresa l’analisi fondamentale, ovvero quella che guarda alle prospettive reddituali e finanziarie di una società, oltre che alle sue performance storiche, esaminando anzitutto i bilanci. Poiché non avevo tutto il tempo del mondo, sono stato in chat senza intervenire, limitandomi a stampare tutta la discussione alla fine della sessione (circa 3 ore). L’analisi fondamentale, che nel programma era prevista, è sparita, a meno che non si voglia spacciare come tale la generica esposizione di dati macro-economici che chiunque potrebbe leggere e interpretare da solo (i dazi USA faranno male al commercio mondiale? ma davvero?).
La discussione è stata incentrata quasi esclusivamente sull’analisi tecnica, ovvero quel tipo di analisi che trae dall’andamento grafico delle quotazioni dei titoli, indicazioni sull’evoluzione futura dei prezzi: in poche parole, graficisti.
Memore di un paper fondamentale di 30 anni fa di Barber e Odean della UCLA di Los Angeles (“Trading on line can seriously damage your health”) me la sono filata all’inglese, ma la domanda mi rimane: a chi tirano la volata questi?
A sé stessi, in chiave di futuri redditizi incarichi quali consulenti per istituzioni finanziarie? A qualche piattaforma di trading on line che ne pubblicizzerà ampiamente la presenza e il contributo scientifico?
Non lo so, so che per investire seriamente occorre tempo e pazienza. E capacità, propria o altrui, di leggere nei conti delle aziende.
Tutto il resto è avidità e dabbenaggine: come quella del burattino.
P.S.: il video da boomer ve lo beccate tutto.
PH by Mussino.