E così accade che mi chiami un amico, che lavora in una banca di prossimità,…
You can be heroes, just for one day…
È persino imbarazzante leggere il logo di questa azienda, ormai ex, poiché sottoposta a liquidazione giudiziale: logo che doveva risultare assai sexy se persino grandi società (non serve qui enumerarle, cercate sul web se vi sollecita la curiosità) si sono affidate alla Velvet di CastelFranco Veneto, divenuta famosa sui giornali, “oni” e ini”, perché l’orario di lavoro era talmente flessibile che la gente poteva andare a lavorare quando voleva.
Eppure la Velvet Media avrebbe potuto ribattezzarsi “The italian job”, plagiando il titolo di un film -e di molte definizioni simili- che narra di una truffa ben congegnata.
Sono andato a leggermi i bilanci, gli ultimi, quelli disponibili prima che il Tribunale intervenisse, e con mio grande stupore non ho trovato debiti bancari; avrei giurato che nel crack sarebbe rimasto coinvolto più di un istituto e invece niente, nessuna per dir così soddisfazione, nessun bancario negligente da bacchettare.
Ma molti politici e giornalisti sì: tutti coloro, per esempio nella Lega, che hanno sempre tifato per il rinvio, a giochi ormai fatti, del nuovo Codice delle Crisi di Impresa e dell’Insolvenza, meglio noto come CCII; o tutti quelli, soprattutto nel giornale di Confindustria, che si affannavano a spiegare, non si sa bene sulla base di quali calcoli, che l’entrata in vigore del CCII sarebbe costata alle imprese montagne di miliardi di euro.
Ci sono riusciti, perché il nuovo CCII è entrato di fatto in vigore grazie al Governo Draghi, quando ormai molti danni erano già stati fatti. Senza voler annoiare nessuno, la riforma del diritto fallimentare, oltre a rimettere al centro la responsabilità dell’imprenditore, che non deve in alcun modo ritardare, aggravandolo, il momento del dissesto e le sue conseguenze giuridiche, crea delle classi di creditori speciali sui quali ricade un onere di maggiore attenzione e solerzia. Le banche, gli enti previdenziali, l’Agenzia delle Entrate e gli enti della riscossione.
Fuori le banche dalla questione, poiché la truffa era stata congegnata basandola sul meccanismo di non pagare imposte e contributi, è proprio l’Agenzia delle Entrate che non ha potuto fare sostanzialmente nulla, così come gli Enti Previdenziali, poiché non ancora in possesso degli strumenti che, automaticamente, li avrebbero messi in grado di intervenire. Strumenti che sono entrati in vigore solo con il nuovo CCII.
Così, con grave danno e scorno proprio delle finanze pubbliche, i soci/amministratori della Velvet Media hanno portato via somme che vanno dai 2 milioni di euro fino a cifre imprecisate e che sarà compito della curatela accertare: quattrini che forse si sarebbero potuti trattenere nelle casse sociali con il nuovo CCII in vigore. Forse.
Non apro riflessioni sulla responsabilità sociale d’impresa che la calura di questi giorni dissolverebbe in un orizzonte tremolante; ma forse dovremmo anche renderci conto che proteggere chi fa impresa è anche proteggere l’impresa dai ladri, dai truffatori, da coloro che non pagano, da quelli messi nel mirino dal nuovo CCII. E che protezione è responsabilità, anche verso coloro che devi pagare (i dipendenti di Velvet Media ci hanno rimesso le penne).
Non serve l’eroismo, quello serviva ai tempi del Muro di Berlino per innamorarsi (vedi canzone sotto). Basterebbe essere normali, ovvero, che il quotidiano diventasse eroico; e che ci lamentassimo di meno.
Buon lavoro a chi ne ha ancora uno (la settimana prossima vi spiego).